

Non ho MAI MAI MAI fatto una pizza così buona. Leggera, fragrante, sottile sottile ma con un bel bordino ciccettino (fuori scrocchiarello, dentro morbidino).
Ringrazio, tra i tanti che postano ricette con il poolish, in particolare Adriano (io ho seguito le sue indicazioni, dimezzando le dosi). Ora VOGLIO un forno a legna. No, dai mi basta una pietra refrattaria. O una piastrella del bagno? Su questo attendo lumi da Adriano in merito all'utilizzo della mattonella in gres.
Con le dosi dimezzate ho ottenuto 4 bei panetti, da cui ho preparato 2 semplici pizze margherita, una pizza pomodoro, mozzarella e melanzane grigliate e una pizza "vegetariana" con pomodoro e mozzarella e verdure grigliate (melanzane, zucchine e peperoni gialli).
Doverosamente confesso di aver saltato il passaggio dei panetti in frigo (credevo fosse solo un modo per conservarli fino al momento dell'utilizzo), poi ho letto tra i commenti al post di Adriano che si tratta invece di un passaggio fondamentale perché consente la maturazione dell'impasto. Anche se non so bene che significa, la prossima volta sarò rigorosissima.
Inoltre confesso che rifarei la pizza anche per domani... ma la d***a prosegue, non si può sgarrare ancora!
piesse - devo trovare un vangelo che mi spieghi tutte le menate sulla forza dei vari tipi di farina. Quando leggo alcuni blog e/o siti di esperti panificatori il mio unico neurone va in panne!
I nonni sono partiti per le meritatissime vacanze e a me spetta la cura dell'orto. Dopo le secchiate di acqua di ieri pomeriggio, stamattina io e la Pepi dopo un breve giretto di commissioni (caffé da Tomasi, regalino per un compleanno, approviggionamento di latte fresco ed infine doppio tentativo fallito di entrare all'Ufficio Postale pienissimo di gente), abbiamo preso la bicicletta e ci siamo fatte una super pedalata approfittando del sole mattutino, con tappa all'orto prima del rientro.
Il famoso orto è un appezzamento di terreno (40 mq circa?) che il Comune di Verona mette a disposizione degli anziani. A dire il vero prima che i miei ottenessero il loro pezzettino di terra, in casa (parlo delle case in cui esisteva una sottospecie di giardino) c'è sempre stato un miniorto.
Anche la mia sorellina, lassù sulle montagne tra boschi e valli d'or, coltiva il suo orticello. Per la Pepi "unenne" i pomodori erano solo "bonbongigia" (ovvero i pomodori della zia Lisi) e se li pappava così di gusto che la lasciavamo mangiare da sola con risultati pari soltanto all'esplosione di una granata in una cassa di pomodori maturi.
Oggi il bottino ha fruttato poco meno di due kg di zucchine, e qualche fiore (la maggior parte erano danneggiati dalle copiose precipitazioni di ieri, a mio avviso... ma non ce capisco una fava, quindi prendere questa dichiarazione da finta-esperta di vegetali con molta cautela), e altrettante credo saranno pronte per il raccolto del lunedì.
Stasera ho fatto un mini esperimento con i 6 più aitanti fiori di zucchina (che, per inciso, io ADORO fritti in pastella. Ma no se puede.)
Dopo averli puliti e privati di foglioline verdi e picciolo, li ho farciti con una pozione misteriosa, composta da mollica di pane ammollata nel latte, pomodorini tagliati a piccoli cubetti, poco parmigiano grattuggiato e scamorza affumicata a cubetti. Ah, dimenticavo sale d'erbe, pepe e erba cipollina fresca tritata. Il tutto "a ocio", con questo intruglio ho farcito con tecnica da scassinatore i fiori.
Ho leggermente oliato una minipirofilina, ho disposto i fiori con un filino di olio anche sopra e infornato a 150° per un quarto d'ora (circa).
Pare che fossero buoni.
Stefania è orgogliosissima di avere la sua prima dedica stampata su un libro vero! Beh, lo sarei anch'io perché alla veneranda età di trentasette anni non ho mai avuto tale onore.
piesse - Il libro è edito da Leopoldo Bloom Editore, so che a Verona si trova in vendita alla libreria L'Aquilone.
Siccome il bottino era davvero consistente, un altra manciata di rucola l'ho utilizzata per insaporire una formaggella casalinga, preparata con il latte crudo (per trovare il latte crudo vicino a casa vostra, cercate su milkmaps!).
Per preparare la cagliata (con due litri di latte ho preparato una fuscella da circa 200 gr.), portate ed ebollizione il latte in una pentola di acciaio, mescolando spesso perché il latte non si attacchi sul fondo e non bruci. Quando il latte è giunto a ebollizione abbassate il fuoco e aggiungete 3 cucchiai di succo di limone ben filtrato (o di aceto); mescolate delicatamente il latte finché caglia (vedrete che forma dei granuli) quindi togliete la pentola dal fuoco.
Coprite con un coperchio e lasciate riposare per un quarto d'ora circa. Preparate una garza sterile di grandezza adeguata, foderate il fondo di in un colino, e versate la cagliata. Strizzate la garza, versate il contenuto in una ciotolina e mescolatelo con la rucola spezzettata. Mettete il tutto nella fuscella (io conservo quelle della ricotta, altrimenti potete utilizzare un colino) e ponete sopra un peso (io ho coperto con una pellicola e ho appoggiato sopra un barattolo Bormioli pieno di acqua) in modo che possa fuoriuscire tutto il siero in eccesso.
Devo ammettere che mi piace pastrocchiare con il latte... ho letto da qualche parte che il siero che avanza (oltre che per la preparazione della ricotta) può essere utilizzato come integratore alimentare, perché ricchissimo di preziose proteine e povero in grassi. Ma quanto tempo si conserva? Ben vengano i suggerimenti...